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10 ottobre 2012

Regione Lazio: decaduta la proposta Tarzia contro i consultori pubblici

Con le dimissioni di Renata Polverini si è chiusa una stagione decisamente cupa per i consultori del Lazio, per gli operatori e per le donne che su questi servizi contano per tutelare la propria salute. Chi ha seguito attraverso questo blog le battaglie che le donne singole e organizzate hanno ingaggiato contro la pdl Tarzia o ha partecipato alle numerose manifestazioni in difesa dei consultori pubblici, non può non esultare per la fine di quello che è stato un vero e proprio incubo.

Certo, a contenere l'esultanza per tale epilogo resta lo scandalo per il motivo che manderà a casa i consiglieri e la giunta regionale, scandalo reso ancora più intollerabile proprio dalle scelte politiche e amministrative che, a fronte dell'arricchimento illecito di alcuni protagonisti di questa squallida stagione, hanno progressivamente privato di risorse il sistema pubblico di sostegno alle fasce più deboli e disagiate della popolazione, a beneficio di una serie di associazioni private e di ancor più “privatissimi” interessi.

La soddisfazione di tutte noi per lo scampato pericolo non deve però far abbassare la guardia per il futuro; questa esperienza ha infatti dimostrato che i diritti acquisiti non lo sono per sempre, e vanno difesi in maniera permanente.

Da oggi non sarà più presente su questo blog l’appello contro la pdl Tarzia, appello lanciato nel settembre 2010 e firmato da oltre 100.000 cittadine/i del Lazio. Speriamo vivamente che si possa andare a votare al più presto e speriamo soprattutto che i nuovi amministratori diano prova di essere adeguati al compito di lavorare nell’interesse della comunità regionale e delle cittadine e cittadini del Lazio.



A seguire pubblichiamo il testo del comunicato che l’Assemblea Permanente delle Donne in difesa dei consultori pubblici ha scritto in occasione delle dimissioni della presidente Polverini.

NOI SAPPIAMO, NOI RICORDIAMO


Non possiamo che essere soddisfatte delle dimissioni di Renata Polverini, noi che da oltre due anni conduciamo strenuamente la battaglia contro la proposta Tarzia e contro le politiche corrotte e antisociali della giunta regionale. La proposta Tarzia per noi è stata l’emblema di questa maggioranza e il contrario esatto delle politiche che devono essere fatte e di cui abbiamo bisogno

RICORDIAMO

• che la proposta Tarzia era appoggiata da oltre 40 consiglieri per lo più maschi e oggi coinvolti nel disastro della Regione Lazio, ma anche da donne

• che la seconda firmataria era Isabella Rauti vicepresidente del Consiglio regionale

• che la proposta era di definanziare i consultori pubblici e dare soldi ai consultori confessionali

• che l’iniziativa era benedetta dalle gerarchie vaticane

• che Tarzia si era creata un gruppo autonomo per avere più soldi e maggiore peso politico

• che Polverini mentre puntava a chiudere le strutture di prevenzione ha fatto una campagna super costosa quanto inutile sulla prevenzione dal titolo “Voi mi state a cuore”

• che non ha mai voluto incontrarci per non ricevere le oltre 100.000 firme raccolte tra i cittadini/e del Lazio.

• le sagre del peperoncino e la sua presenza compiaciuta tra le ancelle e i guerrieri dell’Odissea

• che i servizi sociali sono stati tagliati a causa delle appropriazioni dei consiglieri

• tutte le porcherie previste dalla legge di riforma dell’assistenza fatta dalla sua giunta e in particolare dall’assessore dell’UDC Forte, che puntava a moltiplicare le direzioni delle cosiddette OASI e a tagliare le spese alla famiglie dei disabili e alle donne sia sulla prevenzione che sul lavoro e sul contrasto alla violenza.

• il cosiddetto piano famiglia e le spese del Family day della sua giunta: non esiste una presidente e una giunta immacolata e un consiglio indecente ma la presidente e la sua maggioranza hanno puntato, contro gran parte delle popolazione laziale, a fare politiche sbagliate e a rafforzare un’idea di casta muta e sorda a ogni sensibilità istituzionale e democratica, nonché di buon gusto e di buona educazione

Non a caso gli uomini e le donne sono perlopiù selezionati su criteri che hanno poco a che fare con la capacità, la serietà e la competenza a farsi carico delle esigenze dei e delle cittadine del Lazio, soprattutto delle fasce sociali più in difficoltà, perché si pensa che se ne debbano occupare le famiglie e le donne che diventano l’unico sistema di welfare a costo zero. Ma la tendenza degli elettori a fidarsi delle promesse mirabolanti nasce anche dalla speranza di salvarsi ognuno per sé e da un sistema di mass media incapace di fare vera informazione: le denunce delle donne del femminismo non vengono prese in considerazione perché non stanno nel sistema di potere esistente del quale siamo costrette una volta di più a vedere gli effetti e le devastazioni.

Questo scandalo, pur essendo il più fragoroso, è solo l’ultimo in ordine di tempo: se non si cambiano i criteri delle scelte dei gruppi dirigenti dei partiti dove vengono scelte solo donne che si prestino ad essere immagini funzionali alla politica reazionaria e corrotta del potere maschile e patriarcale che detta sempre più le priorità della politica e il senso della politica stessa. Se non si cambia radicalmente tutto siamo al peggior gattopardismo che non porterà niente di buono a questa regione come a questo paese.

Da parte nostra non allentiamo la vigilanza ma continuiamo ad essere impegnate in mobilitazioni a difesa della libertà di scelta delle donne, per contrastare la violenza maschile sulle donne, per l’abrogazione della legge 40 sulla procreazione assistita, per l’applicazione piena della legge 194, minacciata attualmente dal diffondersi dell’ obiezione di coscienza.

Roma, 26 settembre 2012 Assemblea delle donne di Roma contro la proposta Tarzia


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